Mi occupo di Performance Art, Mixed Media Art, Teatro (comico, tragicomico, drammatico), Musical, Canto, Fotografia, Musica, Poesia, Scrittura, Conduzione e Intrattenimento. Ventriloquia. Sono una performer poliedrica, autrice, attrice, cantante, musicista, scrittrice, fotografa, videomaker. Amo l’improvvisazione e la sperimentazione di sinestesie tra diversi linguaggi estetici.
Dagli 8 ai 16 anni ho studiato pianoforte avviando il mio percorso alla scoperta della musica. All’età di 11 anni ho iniziato a scrivere canzoni e poesie (primo brano: “Sensazione d’amore” in occasione del mio primo innamoramento) sperimentando il potere liberatorio dell’espressione artistico-musicale e della performance corporea e scenografica. Usando costumi, scenografie e posture da me ideate e dirette, richiedevo a soli 12 anni di essere fotografata per potermi “vedere oltre” il mio immaginario.
La curiosità e l’esigenza interiore di esperire nuove forme di conoscenza e di espressione, rispetto a quelle scolastiche, si sono manifestate fin da piccola, oltre che con la ricerca musicale, anche con il linguaggio del corpo frequentando per 4 anni il corso di ginnastica artistica. Mi divertivo soprattutto negli esercizi di improvvisazione quando potevo esprimermi liberamente e inventare la coreografia. Nel tempo libero mi dedicavo alla composizione di poesie e di brani musicali, al canto, alla fotografia e allo studio del pianoforte.
Nel corso delle vacanze estive in campagna dai nonni mi divertivo a inventare giochi di fantasia e racconti da mettere in scena coinvolgendo come attrici e attori anche i miei compagni di infanzia, in alternativa c’erano i pupi (le pannocchie) di granturco e le scenografie naturali del “boschetto della felicità”, dell’ “albero del tuono”, dell’ “albero di Tarzan” da cui ci lanciavamo con le liane nel dirupo e del “fico incantato” che era una vera e propria grotta arborea spaziosa e protetta dove spesso ci rifugiavamo. Ho sempre vissuto in simbiosi con la natura.
Durante la costruzione della casa ero affascinata dai materiali e avevo inventato uno strumento che suonava con i chiodi arrugginiti conficcati in una scatola di polistirolo.
A scuola eccellevo nelle materie umanistiche e artistiche. Quando alle medie leggevo i miei temi tutta la classe ascoltava incantata le mie disquisizioni filosofiche ed esistenziali. Delle materie scientifiche ricordo che misi in scena in aula degli esperimenti chimici con tutto l’armamentario del laboratorio dei miei genitori. Mi piacevano i colori, le geometrie delle ampolle e i mutamenti delle reazioni.
La prima volta che andai nel laboratorio dei miei genitori fui affascinata dalla fotocopiatrice che non avevo mai visto e così utilizzai tutti gli oggetti da ufficio a disposizione per creare delle composizioni geometriche che fotocopiavo su grandi fogli che univo insieme per trovare nuove forme da fotocopiare, assemblare e colorare.
Andavo bene anche nelle materie scientifiche ma prediligevo le altre e vinsi una borsa di studio affinché potessi restare nella scuola a far parte della nuova classe di liceo scientifico che l’istituto stava avviando per la prima volta.
Tra la scuola media e i primi anni di liceo ci fu il mio periodo dark, gothic, bohemien. Dalle suggestioni dei Poeti Maledetti ai The Cure avevo allestito nella mia camera installazioni disgregate con candele, luci soffuse, ragnatele realizzate con fili di nylon di calze rotte, serpenti e pipistrelli di gomma, rami secchi e una bambola a dimensione umana adagiata sul letto coperta interamente da veli.
Fotografavo carogne in decomposizione e crepe sui muri e portavo sempre con me un anello talismano a forma di drago rosso e nero con cui parlavo e che nutrivo durante i pasti.
Nonostante la borsa di studio dopo 2 anni decisi di cambiare istituto e di provare la scuola pubblica.
Maturità scientifica nel 1992.
Dal 1993 contemporaneamente al corso di laurea in Chimica e successivamente a quello in Lettere indirizzo demo-etno-antropologico, ho suonato in un gruppo musicale reggae esibendomi come cantautrice, tastierista e corista.
In quel periodo allestimmo un laboratorio per la lavorazione della creta con tanto di forno, barbottine e smalti. Realizzai piccole sculture e perfino una ocarina suonante.
In quegli anni ricordo anche le feste per la luna a suon di djembe, che avevo imparato a suonare, danze e improvvisazioni canore.
Dal 1995 ho intrapreso il percorso di studi e di sperimentazione teatrale (metodo Stanislavskij), dizione, canto lirico e canto jazz con Maria Pagano, poliedrica professionista qualificata in tecniche di interpretazione, recitazione, presenza scenica, psicologia, musicoterapia, musicista, compositrice e pittrice. Ho partecipato come attrice, conduttrice e cantante a vari spettacoli teatrali, musical e spettacoli di intrattenimento a sua cura.
Nel 2002 ho conseguito il Diploma di Laurea in Lettere, indirizzo demo-etno-antropologico, rilasciato dall’ Università degli Studi di Roma La Sapienza, con 110 e Lode titolo della tesi: “A scuola dai griot: migranti senegalesi ed incontri interculturali” insegnamento di Storia delle Tradizioni Popolari. A quegli anni risalgono i corsi di danza senegalese con i Sunu Africa, famiglia di griot del Balletto nazionale del Senegal, un gruppo musicale di successo. La realizzazione della tesi è stata motivata dall’incontro interculturale attraverso il linguaggio della danza e delle percussioni, per una “antropologia dell’incontro” incentrata su tematiche quali: identità e mutamento, corpo e performance, dialettica identità-alterità. Nella relazionalità e nella polivalenza delle tecniche corporee della performance, riconosciuta e condivisa socialmente, si attua il superamento dei confini culturali imposti per riflettere sull’opacità del “sé” e dell’ “altro da sé” in un approccio multidisciplinare, trasversale che vede il connubio tra arte e scienza, tra corpo e mente, tra singolo e collettività, tra continuità e mutamento. La performance e il riconoscimento condiviso delle molteplici capacità espressive e artistiche di cui disponiamo diviene quindi strumento sociale di conoscenza e di inclusione, ponte che attraversa i confini e i limiti delle coercitive separazioni imposte dalla cultura occidentale, stimolando il rinnovamento dell’individuo e della collettività.
L’idea della tesi è nata frequentando il corso di danza senegalese ed è stata realizzata sperimentalmente attraverso l’esperienza diretta e la partecipazione a tutti gli spettacoli per oltre 1 anno sia come allieva ballerina sia come amica e fotografa del gruppo documentando l’incontro transculturale attraverso il linguaggio del corpo e della performance con video e interviste. In Senegal la musica e la danza sono potenti forme di comunicazione socialmente riconosciute, sono parte integrante della vita quotidiana e realizzano la continuità individuo collettività. Attraverso la musica e la danza il soggetto conosce le molteplicità del sé e dell’altro da sé in una rete dialettica condivisa e rassicurante. Il valore dell’espressione artistica non ha un significato, un tempo e uno spazio separato dalla quotidianità come nella “nostra” cultura. “Arte è un concetto occidentale (…). Il sacro è lo spirito della gente. Non può essere venduto. Artista è già un concetto limitato; creatore è già una parola più adeguata” (Manu Dibango cit. G. Ewens, 1991).
Dal 2007 al 2014 sono stata corista e tastierista nelle Bloomy Roots, reggae band interamente al femminile nata nel 2004 con partecipazione a diversi concerti e collaborazioni nel reggae contest italiano e internazionale (2006 Rototom Sunsplash, 2007 Villaggio Globale di Roma apertura del live dei Black Uhruru, 2009 apertura concerto di Mr Derrick Morgan, 2010 collaborazione con la prima dj della storia del reggae Sister Nancy con realizzazione del brano dal titolo Me a cute, 2010 terze classificate al concorso nazionale MArteLive. Collaborazioni con artisti come Radici nel Cemento, Roots in the sky, Villa Ada, Tribù Acustica).
Nel 2010 ho frequentato corsi di Reggaeton nella scuola Duende della Danza, oltre alle serate reggae-dancehall in occasione dei concerti con le Bloomy Roots e nei viaggi in Giamaica.
Dal 2014 ad oggi sperimento la scrittura e l’interpretazione di monologhi inediti comici, tragi-comici e drammatici, come autrice, attrice e regista. Sperimento performance di Mixed Media Art coinvolgendo sinergicamente e trasversalmente le suggestioni del linguaggio interiore, onirico, con i linguaggi del corpo, scenico, teatrale, musicale e fotografico. A giugno 2023 ho partecipato a Zelig Open Mic – teatro Areazelig Milano passando alle successive votazioni online. A marzo 2024 ho partecipato al Workshop di recitazione cinematografica diretto da Flavia Poerio.