Luisa Valeriani
La mia ricerca è un dialogo interiore e visivo sull’unicità dell’essere umano. Uso scrittura e simboli come segni di resistenza e memoria, trasformando frammenti quotidiani in metafore pittoriche. Non offro risposte, ma spazi di riflessione ed emozione.
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La mia ricerca nasce da un’urgenza: quella di attivare, nell’osservatore, un confronto profondo e autentico con se stesso e con la complessità dell’essere umano. 

È un processo che inizia da me, in prima persona, attraverso l’osservazione costante, la riflessione e un dialogo silenzioso ma continuo con ciò che mi circonda. Le mie opere sono la restituzione visiva di questo percorso interiore.

In un presente dominato dalla frenesia e dall’omologazione digitale, sento il bisogno di riportare al centro l’unicità: della parola, del gesto, del segno.

La scrittura manuale, per me, è un atto di resistenza. Lettere e numeri, che inserisco nei miei lavori, non sono semplici elementi decorativi: diventano pigmenti, simboli, frammenti di memoria e identità. Ogni segno è irripetibile, proprio come lo è ogni individuo.

Credo nella forza immortale delle parole: capaci di attraversare il tempo, oltrepassare la voce e la mano di chi le ha scritte. Eppure, in un’epoca che ci vuole rapidi e connessi, quel segno rischia di scomparire. È anche per questo che ho scelto di farlo vivere nella pittura: perché possa tornare a essere materia, presenza, emozione.

Il simbolo, nella mia ricerca, ha un ruolo centrale. Vivo questo tempo di sovrapposizioni e confusione come un terreno fertile per cercare “attimi sospesi”: frammenti di eterno nascosti nella quotidianità. Spesso li catturo con uno scatto da smartphone, un gesto rapido e spontaneo che mi consente di fissare un equilibrio effimero. A quel frame sottraggo la sua dimensione ordinaria, lo ridisegno, lo ricompongo. Intervengo con la pittura, con strati e contrasti, restituendo profondità, anima, materia.

Le mie opere vogliono essere metafore visive, spazi aperti alla riflessione. Non cerco di offrire risposte, ma domande. 

Vorrei offrire lo spunto, l’opportunità di fermarsi e distaccarsi per qualche minuto, per prendere un respiro e lasciarsi guidare semplicemente da un’emozione, perché l’arte, per me, è uno dei pochi mezzi attraverso la quale l’anima si ridesta.

 

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